venerdì 29 gennaio 2010

LA COLPA DI ESSERE STRANIERO

Ero straniero e mi avete accolto

Il titolo di questa riflessione, ripresa da un brano del Vangelo,si attaglia a quanto sta succedendo da un po’ di tempo, qui in Italia e nel resto del mondo. Il Vangelo ci ricorda anche che dopo la visita dei Magi, un angelo in sogno, ordinò a Giuseppe di prendere Maria e il bambino e fuggire in Egitto perché Erode voleva uccidere il bambino, infatti Erode farà la strage degli innocenti. Questa scarna cronaca evangelica riportata, attualizzata e contestualizzata ai fatti accaduti di ROSARNO in Calabria, aggiungo anche che in base alla legislazione vigente nel nostro paese, il piccolo Gesù con il resto della Sua famiglia sono stati degli immigrati clandestini, perché per entrare in Egitto non hanno chiesto nessun permesso di soggiorno. Fosse successo oggi, da noi in Italia sarebbe stato respinto e rimandato nella sua patria con tutte le conseguenze del caso. Spesso ci si dimentica che questo tipo di emigrazione e figlia dell’estrema povertà che porta alla fame e la gente, non ricorda più la storia, quella storia che dice che le nazioni più (Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Olanda, Germania ed Italia)ricche hanno colonizzato e depredato di tutto quello che avevano le nazioni più povere. Tutte queste nazioni, a questo stato di cose, si sono ribellate e sono diventate indipendenti (guerra d’indipendenza americana, guerra d’indipendenza brasiliana, guerra d’indipendenza messicana, guerra risorgimentale italiana, guerra d’indipendenza algerina, guerra di indipendenza del continente africano che ha visto la creazione di molti Stati) nonostante l’indipendenza raggiunta da questi stati, in alcuni di questi, la povertà della gente è rimasta grande senza possibilità di lavoro e con la fame quotidiana obbligandoli ad un’emigrazione esterna. In Italia, si calcola che dopo la guerra d’indipendenza, siano immigrati nel mondo più di 30 milioni di italiani ed in alcuni paesi dove erano immigrati, sono stati fatti segno di ostilità( in Svizzera negli anni 70 dell’altro secolo, hanno fatto due referendum per cacciare via noi italiani) che non sono passati. Molti dei nostri connazionali a causa di queste ostilità sono morti, altri hanno fatto ancora la fame, altri si sono dati alla criminalità (vedi mafia: al Capone), altri hanno portato cultura arricchendo ulteriormente la cultura del paese ospitante (Frank Sinatra, Lisa Minnelli, Madonna)altri hanno dato la vita per salvare vite come mio cugino pompiere di New York morto l’ 11 settembre del 2001 dentro le torri gemelle per salvare altre vite. Ora tutto questo succede anche in Italia dove l’emigrante viene a fare i lavori che nessuno vuol fare più, ma questo non va bene perché si dice che rubano il lavoro a noi italiani, ma poi si scopre che non è vero, perché quei lavori non li vuol fare nessuno, si preferisce pagarli in nero e che non disturbino, che dormano sotto i ponti e quando hanno soddisfatto i nostri bisogni che se ne vadano via a mani vuote. Certo c’è chi delinque ed è giusto punirli come puniscono gli italiani che delinquono. Il paradosso è che quando i nostri fratelli musulmani chiedono la costruzione di un minareto per poter pregare e molti non vogliono concederlo adducendo che abbiamo la croce di Cristo, e questo non bisogna mai dimenticarlo; salvo poi dimenticare che questa croce è il frutto di un processo ingiusto e si vuole usarla per creare un'altra ingiustizia dimenticando anche quello che Cristo disse descrivendo il giudizio universale: “ero forestiero e mi avete accolto,noi risponderemo Signore quando ti abbiamo accolto? Allora lui risponderà ogni volta che avete accolto un forestiero avete accolto Me”.
FRANCO A. MIZZI

DA REPUBBLICA
Immigrati, i vescovi a Berlusconi"Delinquono come gli italiani"
Monsignor Crociata (Cei) replica all'equazione del premier su stranieri e criminalità"Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di reati sono pressoché identiche"

OAS_RICH('Left');
Il segretario generale della Cei, Mariano Crociata con il presidente della Conferenza, Angelo Bagnasco
ROMA - "Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi riguardanti la partecipazione degli immigrati alle attività delle organizzazioni criminali. "La considerazione di fondo sugli immigrati - ha adetto Crociata - resta la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e discriminazione, come ha ricordato il Pontefice".Crociata, rispondendo ai giornalisti nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della Cei, ha affrontato diversi temi, compreso quello delle prossime elezioni. "Il compito dei cittadini - ha detto il segretario generale della Cei - è di eleggere le persone che meglio perseguono l'obiettivo del bene comune i cui valori e criteri sono la difesa della vita umana comunque si presenti, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli e il lavoro". L'indicazione della Chiesa, ha aggiunto, è poi "quella di votare per coloro che guardano alle esigenze generali più importanti sia per la vita del Paese che per le Regioni''.Sulle polemiche intorno alla giustizia, Crociata ha detto di non volere esprimere giudizi di merito: "Darei in questo caso - ha spiegato - quell'indicazione relativa a superare conflitti e tensioni già contenuta nella relazione del cardinale Bagnasco, per trovare una soluzione all'interno degli equilibri istituzionali seguendo la ricerca del bene comune da parte di tutti".Quanto all'emergenza disoccupazione ed al caso Fiat, Crociata ha detto che bisogna fare di tutto per "conservare, assicurare e accrescere i posti di lavoro": "Conosciamo il dramma delle famiglie che avevano un lavoro e ora si trovano per strada. Dobbiamo raccogliere questo grido, non possiamo rimanere insensibili. Non posso intervenire su questioni specifiche, ma credo che sia, molto semplicemente, auspicabile che si continui a cercare il modo di assicurare ancora il lavoro".
");
OASd = document;
var plug = false;
var flashVersion = -1;
var minFlashVersion = oas_versione_flashMiddle;
if(navigator.plugins != null && navigator.plugins.length > 0){flashVersion =(navigator.plugins["Shockwave Flash 2.0"] navigator.plugins["Shockwave Flash"]) ? navigator.plugins["Shockwave Flash" +(navigator.plugins["Shockwave Flash 2.0"] ? " 2.0" : "")].description.split(" ")[2].split(".")[0] : -1;
plug = flashVersion >= minFlashVersion;}
else if(navigator.userAgent.toLowerCase().indexOf("webtv/2.6") != -1){flashVersion = 4;plug = flashVersion >= minFlashVersion;}
else if(navigator.userAgent.toLowerCase().indexOf("webtv/2.5") != -1){flashVersion = 3;plug = flashVersion >= minFlashVersion;}
else if(navigator.userAgent.toLowerCase().indexOf("webtv") != -1){flashVersion = 2;plug = flashVersion >= minFlashVersion;}
else if((navigator.appVersion.indexOf("MSIE") != -1) &&(navigator.appVersion.toLowerCase().indexOf("win") != -1) &&(navigator.userAgent.indexOf("Opera") == -1)){var oasobj;
var exc;
try{oasobj = new ActiveXObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.7");
flashVersion = oasobj.GetVariable("$version");} catch(exc){try{oasobj = new ActiveXObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.6");
version = "WIN 6,0,21,0";
oasobj.AllowScriptAccess = "always";
flashVersion = oasobj.GetVariable("$version");} catch(exc){try{oasobj = new ActiveXObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.3");
flashVersion = oasobj.GetVariable("$version");} catch(exc){try{oasobj = new ActiveXObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.3");
flashVersion = "WIN 3,0,18,0";} catch(exc){try{oasobj = new ActiveXObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash");
flashVersion = "WIN 2,0,0,11";} catch(exc){flashVersion = -1;}}}}}
plug =(flashVersion != -1)? flashVersion.split(" ")[1].split(",")[0] >= minFlashVersion : false;}
if(plug)
{
oas_vis_Middle = 1;
document.write("");
function loadFlashMiddle1(){
if(navigator.userAgent.indexOf("MSIE") != -1 && navigator.userAgent.indexOf("Opera") == -1){

if (extFlashMiddle1.readyState == "complete")
{
FlashObject(oas_swfMiddle, "OAS_AD_Middle", coordinateMiddle, "opaque", "clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" ,minFlashVersion, "FinContentMiddle1");
extFlashMiddle1.onreadystatechange = "";
}

extFlashMiddle1.onreadystatechange = loadFlashMiddle1;
}
else
{
OASfp=" Menu=FALSE swModifyReport=TRUE width="+oas_widthMiddle+" height="+oas_heightMiddle+" ";
if (minFlashVersion == 6) {
OASd.write("");
}
else if (minFlashVersion == 7) {
OASd.write("");
}
else if (minFlashVersion == 8) {
OASd.write("");
}
else if (minFlashVersion == 9) {
OASd.write("");
}
else {
OASd.write("");
}
OASd.write("");
OASd.write("");
OASd.write("");
}
}
loadFlashMiddle1();
}
else
{
oas_vis_Middle = 1;
OASd.write('');
}
if(!document.body)
document.write("");
//-->

Tra immigrati e italianistesso tasso di criminalità
I dati ufficiali dimostrano che l'80% delle denunce a carico di stranieri riguarda irregolari;ma anche tra questi, in quattro casi su 5 il reato contestato è l'assenza del permesso di soggiorno

Una manifestazione contro il razzismo
ROMA - Sono i numeri a dire che gli immigrati non delinquono più degli italiani. Secondo i dati dell'Istat, il tasso di criminalità degli immigrati regolari, in Italia, è "solo leggermente più alto" di quello degli italiani (tra l'1,23% e l'1,4%, contro lo 0,75%) ed è addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni. Di fatto, i dati sono "equiparabili". E' vero invece la stragrande maggioranza dei reati commessi da stranieri in Italia è opera di immigrati irregolari.Parlano ancora le cifre ufficiali, secondo le quali il 70-80% degli stranieri denunciati sono irregolari. Anche qui, però, i dati sono da leggere con attenzione perché, sul totale delle denunce, l'87% riguarda proprio la mera condizione di clandestinità: il reato commesso da 4 stranieri su 5 denunciati riguarda insomma l'essere stati sorpresi in Italia senza permesso di soggiorno e dunque la violazione delle leggi sull'immigrazione.In generale, dicono le statistiche, non esiste un legame fra l'aumento degli immigrati regolari e l'aumento dei reati in Italia: tra il 2001 e il 2005, ad esempio, mentre gli stranieri sono aumentati di oltre il 100%, le denunce nei loro confronti sono cresciute del 45,9%.Al di là delle polemiche politiche, sono comunque nettamente superiori gli aspetti positivi dell'immigrazione. In Italia gli immigrati regolari, secondo i più recenti rapporti di Caritas Migrantes e Ismu, sono oltre quattro milioni e mezzo, il 7,2% della popolazione, una percentuale che supera per la prima volta la media europea (6,2%). Dal 1998 al 2008, la crescita è stata del 246% e se il trend resterà invariato, come prevede l'Istat, nel 2050 gli italiani di origine straniera saranno oltre 12 milioni.I lavoratori stranieri sono circa due milioni e producono il 10% del Pil nazionale. I vantaggi dello Stato sono visibili da altri numeri: gli immigrati versano ogni all'Inps sette miliardi di euro e pagano al Fisco una cifra che supera i 3,2 miliardi di euro. Inoltre, ogni cento neonati in Italia, ormai più del 12% ha un almeno un genitore straniero.

giovedì 21 gennaio 2010

massoneria quell'alleanza impossibile

Massoni e cattolici, alleanza impossibile
Dan Brown nel Simbolo perdu­to allude spesso ai nemici del­la massoneria come perso­naggi patologici, fondamentalisti cri­stiani vittime di assurde «teorie del complotto». Si potrebbe osservare che la predica viene da uno strano pulpito, dal momento che alcune delle più bizzarre teorie del com­plotto sono state divulgate con gran­de entusiasmo proprio da Brown in Angeli e Demoni e nel Codice da Vin­ci . Ma in verità l’anti-massonismo na­sce molto prima del fondamentali­smo protestante o della destra reli­giosa statunitense così poco simpa­tica a Brown. Prima ancora che la massoneria moderna sia fondata, nel 1717, si manifestano già reazioni an­ti- massoniche. Nel 1698, per esem­pio, un certo M. Winter (di cui non ho reperito ulteriori dati biografici) fa diffondere un volantino indirizzato «A tutte le persone timorate di Dio nella città di Londra» in cui si mette in guardia dal «male perpetrato di fronte a Dio dai cosiddetti Massoni»: «Essi sono l’Anticristo che viene ad al­lontanare gli uomini dal timore di Dio. Perché mai certi uomini do­vrebbero incontrarsi in luoghi segre­ti e con segni segreti, stando attenti che nessuno li veda, se fosse per com­piere l’opera di Dio? Non sono que­sti i modi degli operatori d’iniquità?. Non mescolatevi con questa gente corrotta – consiglia il volantino – per non trovarvi con loro quando verrà la consumazione del mondo». Come si vede, l’anti-massonismo è almeno antico quanto la massone­ria. Tuttavia, come è più opportuno parlare di massonerie, al plurale, co­sì esistono diversi tipi di anti-masso­nismo. Si deve almeno distinguere fra un anti-massonismo «politico», che spesso reclama leggi anti-mas­soniche e interdizioni civili per i mas­soni, e un anti-massonismo di tipo «dottrinale» che critica la massone­ria sul piano filosofico e culturale. L’anti-massonismo «politico» trae i suoi argomenti da specifici risultati del metodo massonico in questo o quel Paese, in questa o quell’epoca storica, sostenendo che essi sono no­civi o pericolosi per la società. L’anti-massonismo «dottrinale» con­centra invece la sua critica sul meto­do massonico come costante nella storia delle massonerie, a prescinde­re dagli specifici risultati che dal me­todo sono di volta in volta derivati. Naturalmente, l’anti-massonismo «politico» e l’antimassonismo «dot­trinale » sono, per usare un termine sociologico, «idealtipi» o «tipi idea­li », che l’interprete può ricostruire ma che raramente s’incontrano allo stato puro. Spesso ci si trova di fron­te a forme ibride di anti-massonismo, che presentano elementi dell’uno e dell’altro tipo ideale. Tuttavia è im­portante sottolineare due aspetti im­portanti della storia degli anti-mas­sonismi. Anzitutto, l’anti-massonismo «poli­tico » non presuppone necessaria­mente l’anti-massonismo «dottrina­le ». Per esempio, forze d’ispirazione marxista potranno reclamare prov­vedimenti legali contro la massone­ria ritenendo che sia, in una deter­minata situazione storica, global­mente nociva e nello stesso tempo esprimere apprezzamento per il me­todo massonico e per il ruolo «progres­sista » che, in altre e­poche, ha avuto. In secondo luogo, l’anti-massonismo «dottrinale» potrà mantenere ferma la sua critica della massoneria a pre­scindere dalle posi­zioni concrete che le singole obbedienze massoniche a­dottano su questo o quel problema. Nel mondo cattolico il magistero e­sclude, si può dire da sempre, la «doppia appartenenza » dei fedeli in­sieme alla Chiesa Cattolica e alla massoneria: e lo fa sulla base di una rigorosa critica dottrinale del meto­do massonico, che rimane sempre incompatibile con la fede cattolica quali siano i risultati cui l’applica­zione del metodo di volta in volta porta. La posizione attuale e vigente della Chiesa Cattolica è espressa dalla Di­chiarazione sulla massoneria della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 1983, firmata dal suo pre­fetto di allora cardinale Joseph Rat­zinger ma sottoscritta anche dal pa­pa Giovanni Paolo II, così che dev’es­sere considerata magistero vinco­lante per tutti i fedeli. Secondo que­sto documento, benché il nuovo Co­dice di diritto canonico del 1983 non parli più di «scomunica» per i mas­soni, in realtà «rimane [...] immuta­to il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni mas­soniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconcilia­bili con la dottrina della Chiesa e per­ciò l’iscrizione a esse rimane proibi­ta. I fedeli che appartengono alle as­sociazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono ac­cedere alla Santa Comunione». Quando qualche massone argo­menta che dal fatto che nel nuovo Codice non si usi più la parola sco­munica si può evincere che i cattoli­ci oggi potrebbero diventare tran­quillamente massoni esprime dun­que la posizione della massoneria, non quella della Chiesa cattolica. E quale comportamento debbano te­nere i cattolici lo determina ovvia­mente in modo vincolante la Chiesa, non la massoneria. La massoneria è libera di pensare che i massoni pos­sono essere cattolici. Ma la Chiesa in­segna con assoluta chiarezza che i cattolici non possono essere masso­ni. Se pure manca la parola «scomu­nica » rimane la sostanza: i cattolici che sono massoni «non possono ac­cedere alla Santa Comunione». E il documento precisa pure che singoli vescovi non possono modificare una decisione che è stata pre­sa in modo formale e de­finitivo dalla Santa Sede. Importante, nella stessa prospettiva, è un testo pubblicato da L’Osserva­tore Romano il 23 feb­braio 1985, non firmato ma di cui è comunemente conside­rato autore l’allora cardinale Ratzin­ger. Il testo costituisce per così dire la «motivazione» della «sentenza» del 1983. Secondo questo testo, anche nel caso – da esaminare obbedienza per obbedienza, caso per caso, Pae­se per Paese – in cui non vi siano spe­cifici risultati ostili alla Chiesa, «l’in­conciliabilità dei princìpi» rimane ferma, in quanto – qualunque siano i suoi risultati – è sempre il metodo massonico a essere incompatibile con la fede cattoli­ca. Qualcuno, osserva la nota del 1985, po­trebbe obiettare che è improprio parlare di «inconciliabilità dei princìpi» perché «essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun “principio”». Ma proprio questo a­spetto «essenziale» è incompatibile con la fede cristiana sul piano meto­dologico: «Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma» – proprio perché non ci so­no né dottrine né dogmi – «tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale co­munità morale-rituale, lungi dal po­ter essere eliminato, risulta al con­trario determinante. In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui ap­partengono i singoli membri delle logge, non possono essere conside­rate se non come semplici istituzio­nalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile». Così, «anche quando [...] non vi fos­se un’obbligazione esplicita di pro­fessare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logi­ca intrinseca, ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non es­sere accettabile da parte di un cri­stiano “al quale è cara la sua fede”». Il rito di iniziazione degli affiliati a una loggia massonica secondo un’incisione del XVIII secolo
Massimo Introvigne