giovedì 18 novembre 2010

IL VALORE AGGIUNTO DELL'HANDYCAPP

Bruno e Angela Carati: portatori di handicap
con sorriso, coraggio e iniziativa
La visita fatta con Don Natale a Bruno Carati, pittore di fama internazionale, e a sua moglie Angela
nella loro bella villetta di Castelseprio, immersa nel verde dei boschi del Varesotto, è certamente
una di quelle che colpiscono e rimangono impresse a lungo nella memoria.
Bruno è tetraplegico dalla nascita a causa del forcipe usato dai medici al momento del parto, per cui
ha gli arti quasi completamente immobilizzati. Angela ha un’emiparesi al braccio destro, che non
può utilizzare, a causa di una poliomielite avuta nei primi anni di vita, ma muove normalmente il
braccio sinistro e cammina autonomamente.
L’accoglienza è calorosa, anche per me che avevo visto Bruno soltanto una volta una quarantina di
anni fa, in occasione di una delle prime mostre dei suoi quadri assieme ad altri artisti che dipingono
con la bocca o con un piede. Colpisce innanzitutto la disinvoltura con la quale si definiscono
“handicappati”, rifiutando le dizioni alternative oggi così di moda come quella di “diversamente
abili”, che non alterano per nulla la sostanza dei fatti. Bruno aggiunge poi che secondo lui “il vero
handicappato è chi non ha avuto il coraggio di affrontare i problemi”.
Ci spiega le difficoltà che assieme ad Angela hanno dovuto affrontare nella loro vita, soprattutto
quando hanno avuto il figlio Manuel, che accudivano da soli potendo far uso di una sola mano
buona, quella sinistra di Angela. Il racconto fluisce spedito con frequenti battute, tra il divertito e
l’autoironico, nonostante qualche pausa di difficoltà dovuta agli spasmi della sua malattia. La moglie
gli è vicina e lo assiste amorevolmente, ricordando o suggerendo di tanto in tanto qualche altro
aneddoto.
Veniamo così trascinati pian piano nel loro mondo, fatto di difficoltà per le cose banali di tutti i
giorni (che noi eseguiamo facilmente), ma risolte con l’ausilio di attrezzi, inventati da Bruno, che
serra in bocca e tra i denti, muovendoli con grande abilità ed efficacia.
Prima di tutto la sua “bacchetta magica”, una bacchetta in legno di circa 25 cm con le estremità in
gomma, una per la presa e l’altra per muovere gli oggetti o i tasti del computer o della consolle.
Quest’ultima, anche se di fattura artigianale, è un vero prodigio in quanto gli consente di
comandare e verificare tutta l’area della villa, dotata com’è di numerosi pulsanti e di uno schema
luminoso di controllo. Poi citiamo il reggi-cornetta per telefonare, il reggi-rasoio elettrico per una
rasatura perfetta e per la pulizia delle testine, la tricicletta (a tre ruote per motivi di stabilità) per gli
spostamenti locali che si frena spingendo indietro la testa.
Alla domanda se non si perde mai d’animo di fronte alla difficoltà di risolvere un problema, ci
risponde di no. Al massimo accantona per un po’ il tutto, ci riflette con calma (tanto dorme poco ci
dice) ed infine la trova. Importante è l’analisi che lui fa; dapprima osserva attentamente come si
svolge la cosa per le persone normali e scompone l’attività nei vari movimenti necessari, quindi la
razionalizza tenendo conto di quello che lui può fare e infine studia la soluzione possibile e la
realizza.
A volte serve soltanto un po’ di tecnica e d’esercizio, come nello sbucciare la mela con il coltello
tenuto stretto tra le labbra, a volte occorrono semplici ausilii come un ferro da stiro o una molletta,
per tenere fermi il pezzo da saldare e il filo di saldatura, mentre manovra il saldatore con la bocca,
tal’altra infine servono attrezzi particolari come una specie di forchetta con la quale prepara le sue
sculture o le suppellettili per la casa, come vasi, lampadari, alzate, in materiale plastico. Si ferma
soddisfatto solo quando il risultato è perfetto. Per le pitture su vetro, la cui tecnica è piuttosto
difficile, corregge con precisione anche le più piccole sbavature servendosi di un cotton fioc.
Ricorda come già da piccolo a scuola si industriava per risolvere le difficoltà. Scriveva con la penna
tenuta in bocca e riusciva a fare i compiti come tutti i suoi compagni; nel dettato era un po’ più
lento, ma la maestra e gli amici lo aspettavano volentieri. L’unico vero problema era con i fogli di
protocollo, che, essendo più grandi, non gli permettevano di scrivere su tutta la facciata. Trovò la
soluzione, scrivendo su metà foglio in modo normale, poi girandolo e scrivendo alla rovescia
sull’altra metà così da completare lo scritto nella forma standard per l’insegnante.
Racconta sorridendo che gioca anche al biliardo, a “boccette”, mediante un cucchiaio di legno da
cucina tenuto con la bocca, che ha però tagliato nella parte inferiore per evitare di sollevare la
boccia al momento del lancio. Ingegnoso anche per i rari momenti di svago.
Angela ci fa vedere i suoi ultimi quadri, belli e interessanti, sparsi per tutta la casa. Paesaggi, fiori,
treni, alberi, realizzati su diversi supporti e con diverse tecniche, anche moderne. Bruno dipinge
solo al mattino per non affaticarsi troppo e non d’estate a causa del caldo. Riesce comunque a
Notizie da Atlantide 31.1 ottobre 2010 pagina 2/2
(Copia di questo articolo, e di tutti gli altri, è reperibile in www.parrocchiaredentore.it/oratorio/atlantide/atlantide.htm)
mantenere in tal modo da sempre sè e la sua famiglia, senza utilizzare la pensione di invalidità dello
Stato, che pure gli spetterebbe di diritto. Fa infatti parte di un’associazione con sede in
Lussemburgo, che promuove nel mondo la vendita dei quadri di artisti disabili, sia direttamente sia
utilizzandone l’immagine per bigliettini natalizi (SPAM) o per altri gadget. A fronte di una produzione
di 15-20 quadri all’anno di buon livello riceve uno stipendio fisso, che è sufficiente per le loro
esigenze.
Alla domanda se la Fede li aiuta ad affrontare la vita e le sue difficoltà Angela risponde con un
pronto e conciso “Certamente!”, ma poi il discorso scivola via su altri argomenti. Un quarto d’ora
dopo però Bruno riprende autonomamente il discorso e precisa: “Non è che andiamo così
frequentemente in Chiesa, ma il nostro rapporto col «nostro Amico lassù» è proprio speciale. A Lui
ci affidiamo e Lui ci aiuta sempre. Da tempo non lo prego più per farmi guarire; ci sarà una ragione
se sono così! Gli chiedo invece di riuscire a fare bene tutto quello che fanno gli altri. Del resto m’ha
già esaudito quella volta nel pellegrinaggio a Loreto, quando gli ho manifestato il mio desiderio di
diventare un buon pittore”. Angela aggiunge: “Tutte le volte che usciamo in auto dal cancello di
casa Gli dico: « Adesso non hai più tempo per altre cose, pensa a noi! ». Abbiamo fatto tanti
chilometri in questi anni dal 1997, da quando Bruno ha preso la patente, senza multe e senza
incidenti. Si vede che ci ha assistito proprio bene”.
Bruno interviene per spiegare la storia della patente, che non ha potuto avere in Italia, perché non
l’hanno nemmeno preso in considerazione ritenendolo un po’ matto. In Svizzera invece ce l’ha fatta
ed ora può guidare tranquillamente per le strade d’Europa senza intoppi. A volte però ci sono
spassosi inconvenienti, come ad esempio quando poliziotti o carabinieri si affacciano all’abitacolo
per chiedere chiarimenti e rimangono interdetti vedendo un’auto che non ha volante, ma solo una
barra di guida; non ha leve o manopole, ma solo una pulsantiera da aereo posta sopra il posto di
guida al posto del pannello parasole. Una volta Angela stava spiegando a Bruno qualcosa,
gesticolando animatamente con la sua mano buona, e sono stati fermati da un agente, che le ha
detto: ”Cara signora la seguo da dieci minuti; si ricordi che non si deve gesticolare quando si
guida!”, ma lei di rimando: “E’ lui che guida!”, causandogli una sorpresa ancora più grande. Non è
facile accettare che Bruno possa guidare con una mano legata alla barra, con i piedi ben fissati ai
pedali e soprattutto con tutti gli altri comandi azionati a bocca tramite la bacchetta magica. L’auto,
una Opel Astra, è stata modificata da una ditta specializzata di Biella su progetto di Bruno, mentre
tutta la parte dei collegamenti della pulsantiera aeronautica (di un Mig sovietico) con i meccanismi
di funzionamento è stata realizzata dal figlio Manuel, esperto in ingegneria elettronica.
Con essa hanno fatto numerosi viaggi da soli, tanto che i loro amici si lamentano perché sono
sempre in giro; riescono a fare anche 400 km in un giorno! Loro dicono che ciò è necessario per
seguire i molti impegni umanitari, che riguardano sia le presentazioni, che fanno nelle scuole o
presso altri enti (con un CD dal titolo “Una vita a modo mio” preparato e assemblato da Bruno) per
sensibilizzare l’opinione pubblica e per motivare gli altri in difficoltà, sia per aiutare altri artisti
disabili ad inserirsi nella loro Associazione. Un’attività instancabile e altamente meritoria se si
considera la fatica che a loro costa, tenendo anche conto del fatto che sono ormai vicini ai 70 anni.
Da qualche tempo c’è uno spettacolo teatrale ispirato alla loro vita, che una compagnia itinerante
porta in giro per l’Italia, dal titolo chiaramente allusivo alla loro situazione al momento della nascita
di Manuel: “Tre con una mano sola”. Come riporta il giornalista Stefano Lorenzetto su “Il Giornale”
del 18 Luglio 2010 appena scende il buio in sala la voce narrante spiega: “Da che mondo è mondo il
teatro racconta storie inventate che sembrano vere. Noi questa sera raccontiamo una storia vera
che pare inventata”. La nostra Parrocchia pensa di organizzare nei prossimi mesi la proiezione di
questo spettacolo mediante un DVD e un incontro presso il nostro Oratorio con i nostri protagonisti.
A presto famiglia Carati! Abbiamo bisogno di quei semi della Speranza, al di là di ogni disagio e
infermità, e della Carità, sempre pronta al servizio degli altri, che in voi sono fioriti così
meravigliosamente, e di quella Fede forse semplice, ma intima e colloquiale, con il Dio biblico, che
dall’alto dei cieli si china amorevolmente come un Padre sulle sue creature. Ci serviranno per
ritrovare e ridare fiducia a noi stessi e a questo mondo dal futuro così nebuloso ed incerto.
Per maggiori informazioni: consultare il sito “www.bcarati.it”
I L GRUPPO DI ATLANTIDE