sabato 5 aprile 2008

LA FORZA DI DIO STA NELLA SUA DEBOLEZZA

Il titolo sembrerebbe una contraddizione, ma non è così perché Dio quando è venuto al mondo creato da Lui assunse la nostra carne, non cercò di formare un esercito armato per conquistare il mondo, ma fece un esercito disarmato, armato solo della parola per dirci che abbiamo un Padre in cielo e che noi uomini siamo i suoi figli. Ha guarito molte persone, ma non ha cancellato le malattie, ha scelto i piccoli per indicarci la strada per arrivare alla meta del cielo, ci ha indicato come amare e servire senza nessun tornaconto. Per Dio, nessun uomo è il più piccolo, ma tutti hanno lo stesso valore. Ognuno deve vivere la vita che gli è posta innanzi con tutte le sue forze e non ha nessuna importanza se è ricco o povero, disabile o no, zingaro, marocchino eccetera perché Nostro Padre non giudicherà in questi termini, ma il giudizio verterà sull'intensità dell'amore che abbiamo avuto noi tutti gli uni verso gli altri: Lui nei vari passi del Vangelo ci ha indicato il modo. Infine ha vinto ciò che noi uomini non potevamo vincere la morte, la nostra morte, morendo in croce per amore per noi, croce riservata agli schiavi patendo le pene dell'inferno. Ai nostri occhi e per il nostro metro può sembrare un segno di estrema debolezza, Lui il Re del cielo, questa Sua morte ma non è così e, resuscitando il terzo giorno ha dato compimento alle scritture dei profeti. Questa resurrezione ed il sepolcro vuoto è la mia forza e la mia speranza ma è anche la speranza e forza di tutti gli uomini nessuno escluso perché Lui ha fatto nuove tutte le cose e così l'handicap, la malattia hanno da allora, un'altro valore.

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