lunedì 7 luglio 2008

GRAZIE DIO, PERCHE'...

Grazie Dio perché mi hai fatto scoprire la Tua paternità, e come scrive San Paolo lo spirito grida Abbà Padre...
Grazie Papà, perché ti sei fatto carne, ti sei fatto debole, perché non avessimo paura della nostra debolezza,
Grazie Papà, perché a tutti fai un dono quando nasciamo, a me, hai donato questa disabilità...
Grazie Papà, perché con questa disabilità, mi hai tolto la tentazione di essere autosufficiente, di farmi da solo,
Grazie Papà, perché spesso chi mi incontra pensa o mormora che sono sfortunato e che la mia situazione fisica è una grossa disgrazia, ma Tu perdonali perché sono come ciechi che non sanno vedere un dono prezioso: la sofferenza. Quella sofferenza che tu poi hai preso su di te per salvare tutti noi.
Grazie Papà, perché di fronte al cieco nato hai detto che né lui né i suoi genitori avevano colpa per la sua cecità, ma il tutto era dovuto per la gloria di Dio e così la disabilità da quel giorno non è stata più maledizione, perché tu hai fatto nuove tutte le cose,
Grazie Papà, perché continui anche in questa mia apparente solitudine ad essermi vicino; anche nelle nuove prove che dovrò affrontare, nei nuovi interventi chirurgici in programma nei prossimi mesi...
Grazie Papà, perché mi hai fatto come un prodigio e sei stato con me nei momenti bui. Sicuramente come dice una poesia alla fine della mia vita vedrò in uno schermo tutta la mia esistenza contrassegnata da quattro orme nei momenti ordinari e due orme nei momenti difficili perché oso pensare che tu mi hai portato in braccio...
Grazie Papà, perché hai esaudito quelle preghiere che non ho mai fatto che quelle che ho sempre fatto, cioè avere delle gambe buone ed una vita di successo. Niente di tutto questo mi è stato concesso. Tu mi hai fatto capire col tempo che per essere felici non sono necessarie le gambe buone, non è necessario vivere una vita alla grande, quello che è necessario essere come bambini dipendenti in tutto dal Padre...

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