La Corte Suprema ha decretato che LA riserva Raposa-Serra do Sol NON SIA DIVISA
I giudici brasiliani stanno con gli Indios
Una sentenza blocca una lobby di coltivatori di riso che voleva impossessarsi dell'area dove vivono 5 tribù
NOTIZIE CORRELATE
La scheda sui popoli indigeni che abitano nella zona di Raposa-Serra do Sol
VIDEO: Uno degli assalti nella riserva da parte dei mercenari al soldo dei coltivatori
OAS_AD('Bottom1');
Un indios di Raposa durante la visita al Papa BRASILIA - I giudici del Brasile hanno dato ragione agli Indios dell'Amazzonia e, in particolare, al loro diritto di abitare una terra che non sia invasa e divisa. La Corte Suprema brasiliana ha decretato infatti che la riserva indigena conosciuta con il nome di Raposa-Serra do Sol deve restare indivisa. Una potente lobby di coltivatori di riso che vivono all’interno del territorio indigeno voleva far modificare i confini di Raposa con l’obiettivo di non essere costretti ad andarsene. Il caso specifico riguarda circa 18mila indiani, delle tribù Makuxi, Wapixana, Tuarepang, Ingarikò e Patamona, contrapposti a un esiguo numero di coltivatori di riso che si sono impossessati nel 2005 di gran parte dei quasi due milioni di ettari della riserva Raposa Serra do Sol. Fiona Watson, coordinatrice delle campagne di Survival, associazione che difende i popoli indigeni nel Mondo, ha visitato la riserva molte volte. «Al cuore di questa vertenza - ha commentato - è un sollievo straordinario non solo per i 20mila abitanti di Raposa ma anche per tutti gli altri centinaia di migliaia di Indiani che popolano il paese. Al cuore della vertenza giudiziaria c’era un principio controverso ma molto semplice: possono gli Indiani che abitano da tempo immemorabile nella stessa terra continuare ad abitarla in pace, o deve essere data la possibilità ad allevatori e latifondisti, che sono così potenti in tutto il Sud America, di cacciarli via nel nome dello sviluppo? La Corte ha fortunatamente preso una posizione decisamente favorevole agli Indiani e ha respinto la vergognosa propaganda dell’esercito che da anni continua a sostenere che le aree indigene costituiscono un pericolo per la sovranità nazionale”.
L'IMPORTANZA DELLA SENTENZA - Con 10 voti a favore e 1 solo contrario, i giudici hanno sentenziato che la riserva deve rimanere intatta. «Le basi, le condizioni e le procedure che abbiamo definito con questo caso» ha chiarito il Presidente della Corte Suprema, «dovranno essere usati come linee guida per altre vertenze. Stiamo mettendo fine a tutte le contese che riguardano casi come questo». Il Consiglio indigeno di Roraima (CIR), che rappresenta la maggioranza degli Indiani della riserva, ha applaudito la sentenza con la speranza che le loro comunità possano finalmente vivere in pace. La Corte aveva già espresso una sentenza provvisoria e parziale in dicembre ma il verdetto definitivo è stato pronunciato solo giovedì. Anche l’esercito voleva che la riserva venisse ridotta e smembrata sostenendo che la presenza di aree indigene lungo i confini costituisse una minaccia alla sicurezza nazionale. Ma i giudici hanno respinto anche queste le argomentazioni.
GLI ATTACCHI DEI LATIFONDISTI - Per anni, gli Indiani della regione hanno subito l’attacco violento dei latifondisti che avevano resistito a ogni tentativo di allontanamento compiuto dalle autorità. Nel 2008, l'associazione Survival, che difende i popoli indigeni in tutto il Mondo, aveva diffuso le immagini di uno di questi assalti.
VISITA AL PAPA E A SCHIFANI - Tra la fine di giugno e i primi di luglio, una delegazione di Indiani da Roraima ha incontrato anche il presidente del Senato Renato Schifani e Papa Benedetto XVI, che avevano entrambi promesso loro solidarietà.
20 marzo 2009
Nessun commento:
Posta un commento